Nell’Europa travagliata dalle guerre di religione le confessioni di fede delle chiese protestanti svolgevano la funzione di spiegare il messaggio evangelico ai propri fedeli e al tempo stesso avevano l’onere di confutare le obiezioni degli avversari. A questa prima necessità si aggiungeva l’altra, altrettanto impellente, di regolare lo spinoso problema dei rapporti tra le nuove realtà ecclesiastiche e l’autorità civile.

La Chiesa valdese, con la sua storia plurisecolare, possiede un numero relativamente alto di confessioni di fede. Come si vedrà, questi testi permettono di acquisire da una parte indicazioni rilevanti sulla formazione della “coscienza teologica” della piccola compagine ecclesiastica. D’altra parte, svelano percorsi ignorati di circolazione delle idee, inediti rapporti interpersonali e interconfessionali, aggiungendo qualche tassello alla conoscenza complessiva della teologia protestante della prima età moderna.

Emidio Campi: le sue ricerche e pubblicazioni vertono principalmente sulla storia della Riforma e del protestantesimo dell’età moderna. Ha pubblicato manuali universitari di particolare diffusione, tra cui Companion to the Swiss Reformation (trad. tedesca 2018, coreana 2019).]

The event represents the first opportunity to present to an international audience the two
monumental works that will be published in early 2024 by Claudiana on the history of Italian
Waldensians (Storia dei Valdesi, 4 voll., eds. Paolo Naso, Susanna Peyronel Rambaldi, Gian
Paolo Romagnani, Francesca Tasca) and Italian Methodists (Metodisti in Italia, eds. Daniele
Garrone, Paolo Naso, Silvana Nitti). While the first work, organized in four volumes, with
the latter covering the late modern and contemporary periods, aims to replace the previous
work by Valdo Vinay published more than 50 years ago, the second represents the first
comprehensive history of Italian Methodism ever published.
Paolo Naso — one of the editors of both volumes — will present and discuss the results of
such work, in particular the new findings and perspectives on the urban presence of the two
Protestant confessions in Italy, from the Statuto Albertino of 1848 to the season of the
Concordat of 1984. How did Waldensians and Methodists organize their urban presence in
Turin after the granting of the Statuto Albertino of 1848 and in Florence after the unification
of 1861? What problems did they face? How did they experience and perceive urban spaces
marked by the cultural monopoly of the Catholic Church, especially in the South? How did
their newly founded religious buildings in the cities conform to and reframe religious
traditions? How were religious spaces organized outside of Italy among the diasporic
communities? How did Fascist legislations impact the Protestant presence in Italian cities?

Registration is required and can be done via email at: rdiuhs@gmail.com. The Zoom invitation will be sent out the day before the seminar to the email address used for the registration. For more information, please visit: https://as.nyu.edu/departments/italian/Initiatives.html For inquiries please email: Massimo Di Gioacchino (Chair, massimo.digioacchino@nyu.edu) or Angelica Federici (Secretary, angelica.federici@uniroma3.it).

Prendiamo spunto dalla pubblicazione del 4° volume della nuova “Storia dei valdesi” (edizioni Claudiana) per ripercorrere la vicenda di una minoranza cristiana che ha sempre intrecciato la sua storia con quella più grande dell’Italia e dell’Europa, in una realtà di persecuzione e resistenza, ma anche di convivenza e adattamento.
Dopo l’emancipazione (1848) e l’unità nazionale, per la Chiesa valdese si aprì una fase di espansione che, spingendola oltre i confini del “ghetto” alpino, le affidava una missione nazionale nell’Italia “liberale”. L’avvento del fascismo e la guerra frenarono questo processo ma, grazie alla riflessione teologica e all’impegno di alcuni gruppi sia pure minoritari, nella nuova democrazia la chiesa ebbe la forza di avviare nuovi progetti e di consolidare un importante apparato di opere diaconali, dalle Valli alla Sicilia. Successivamente, dopo il vivace confronto degli anni Sessanta su “fede e politica” si profilarono nuove leadership e nuove strategie che, in pochi anni, portarono alla nascita della Federazione delle chiese evangeliche (1967), all’integrazione tra valdesi e metodisti (1975) e all’intesa con lo Stato (1984).

Il tema sarà affrontato inizialmente con un taglio storico, partendo dalle donne della Riforma che hanno predicato e anche operato nei campi dell’accoglienza e della costruzione di relazioni di tolleranza, in mezzo ai violenti rivolgimenti delle guerre e della accuse reciproche di eresia. Parleremo poi del movimento suffragista che nasce in ambito protestante e si batte per i diritti delle donne nella società e nelle chiese. Il percorso fatto dalle chiese nel Novecento per aprirsi al pastorato femminile non è stato che l’inizio di un percorso verso comunità più inclusive e aperte. Ma le questioni di genere oggi sono ancora una pietra d’inciampo nella rete ecumenica. Alcuni squarci sul presente ci faranno riflettere su pratiche inclusive di comunione e sulle provocazioni positive portate dalle donne nelle chiese.

LETIZIA TOMASSONE, pastora valdese a Napoli, docente incaricata di studi femministi e di genere presso la Facoltà valdese di Teologia, Roma. Curatrice di Donne di Parola. Pastore, diacone e predicatrici nel protestantesimo italiano, Nerbini, Firenze, 2022.

 

 

In vista dell’850 º anniversario del movimento valdese (2024), la Chiesa valdese di Torino, in
collaborazione con il Centro studi Piero Gobetti, ha bandito tre borse di studio rivolte a giovani
ricercatrici/ricercatori della durata di sei mesi, dedicate allo studio scientifico di tre ambiti di
relazione tra la chiesa valdese torinese e la città di Torino.

1) Tema: la relazione tra la Chiesa valdese e la politica a Torino negli ultimi
cinquant’anni (i valdesi verso la città).
La relazione tra fede e politica, ma anche la questione dell’Ospedale Valdese, e più in generale della presenza valdese in luoghi e istituzioni riconoscibili sul piano sociale e politico. In particolare, si farà riferimento all’attività del pastore Franco Giampiccoli (Milano, 1934 – Torre Pellice 2015), una delle figure più dinamiche della chiesa.
2) Tema: la relazione tra chiesa valdese e le donne a Torino (donne valdesi in movimento)
Figure femminili (pastore, diacone o membri di chiesa) e gruppi specifici (per es. le unioni femminili), all’interno di questo tema poco esplorato. Circoscritto agli ultimi cinquant’anni, in particolare ci sarà un approfondimento della relazione tra la chiesa valdese torinese e i movimenti
femminili cittadini di emancipazione, di ridefinizione delle relazioni tra i sessi e di messa in
questione dell’identità di genere.
3) Tema: la chiesa valdese torinese e le migrazioni (movimento da fuori verso la Torino
valdese).
Con “migrazioni” si intende il duplice movimento da nord (Inghilterra, Scozia…) e da sud (il Mezzogiorno d’Italia e l’Africa) verso la chiesa valdese di Torino, movimento che ha caratterizzato la presenza valdese torinese. In questo senso, il punto di osservazione è il profilo di Giovanni Mottura (Torino, 1937 – Bologna, 2022), figura di intellettuale di spicco del movimento giovanile evangelico degli anni ’60.