Inaugurazione esposizione temporanea a cura di Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur

In occasione della ricorrenza degli 850 anni della conversione di Valdo di Lione e dell’origine dei valdesi, l’esposizione illustra in due sezioni alcune tappe della costruzione della storia del movimento valdese nel corso di otto secoli, letta attraverso la figura del suo “fondatore”.

– Valdo di Lione: “eretico” e “nuovo apostolo”
La prima parte, fornisce un profilo del personaggio Valdo nella Lione del XII secolo attraverso le notizie storiche disponibili, raccontate dalle voci dei testimoni dell’epoca, principalmente di carattere inquisitoriale.

– Valdo dopo Valdo: la costruzione di una storia
A partire dal secolo seguente, due opposte visioni si impongono: dopo la morte di Valdo gli avversari ne evidenziarono il ruolo di fondatore di un’eresia recente con lo scopo di screditare il movimento ancora esistente; dall’altro lato, i valdesi, nel richiamarsi all’eredità apostolica, tesero progressivamente a sfumare l’importanza del loro predecessore, fino a dimenticarne l’esistenza per quasi tre secoli.
Con lo sviluppo della Riforma del XVI secolo i protestanti (luterani, anglicani, calvinisti e puritani) fecero ricorso ai valdesi e al suo fondatore per legittimare la propria antichità da opporre alla successione apostolica della Chiesa di Roma. Da qui derivò un’ampia produzione di opere storiche – pubblicate in varie lingue e molti paesi – schierate su fronti contrapposti. Seguendo questa tendenza, presto anche i valdesi sentirono la necessità di costruire un’immagine del proprio passato: in questo processo, Valdo assunse varie funzioni e sfaccettature.
Soltanto alla fine dell’Ottocento un approccio scientifico ai documenti restituì a Valdo una centralità rispetto alle origini del movimento, facendo cadere i miti elaborati nei secoli precedenti e aprendo la strada a una successiva riflessione sulla sua scelta e il suo messaggio.

I celebri “manoscritti valdesi” preservati nelle biblioteche di mezza Europa (e soprattutto a Cambridge, Dublino e Ginevra) conservano, com’è noto, ciò che resta della letteratura medievale valdese espressa in una varietà di occitano alpino e composta quasi esclusivamente di traduzioni bibliche, poemetti edificanti, trattati e sermoni. Negli ultimi decenni, il rinnovato interesse per alcuni settori di tale letteratura ha permesso di riprendere, da diversi punti di vista disciplinari, il discorso sulla sua origine e formazione, evidenziando sempre di più la necessità di situare questa esperienza nell’appropriato quadro di riferimento storico-culturale del tempo. Il LXIII Convegno della Società di Studi valdesi intende offrire la possibilità di un dialogo tra saperi diversi al fine di meglio comprendere le varie componenti – linguistiche, letterarie, storiche e culturali – che hanno costituito la base e il quadro di riferimento per lo sviluppo di una letteratura per alcuni versi periferica, per altri saldamente inserita nel panorama dell’epoca.

In vista dell’850 º anniversario del movimento valdese (2024), la Chiesa valdese di Torino, in
collaborazione con il Centro studi Piero Gobetti, ha bandito tre borse di studio rivolte a giovani
ricercatrici/ricercatori della durata di sei mesi, dedicate allo studio scientifico di tre ambiti di
relazione tra la chiesa valdese torinese e la città di Torino.

1) Tema: la relazione tra la Chiesa valdese e la politica a Torino negli ultimi
cinquant’anni (i valdesi verso la città).
La relazione tra fede e politica, ma anche la questione dell’Ospedale Valdese, e più in generale della presenza valdese in luoghi e istituzioni riconoscibili sul piano sociale e politico. In particolare, si farà riferimento all’attività del pastore Franco Giampiccoli (Milano, 1934 – Torre Pellice 2015), una delle figure più dinamiche della chiesa.
2) Tema: la relazione tra chiesa valdese e le donne a Torino (donne valdesi in movimento)
Figure femminili (pastore, diacone o membri di chiesa) e gruppi specifici (per es. le unioni femminili), all’interno di questo tema poco esplorato. Circoscritto agli ultimi cinquant’anni, in particolare ci sarà un approfondimento della relazione tra la chiesa valdese torinese e i movimenti
femminili cittadini di emancipazione, di ridefinizione delle relazioni tra i sessi e di messa in
questione dell’identità di genere.
3) Tema: la chiesa valdese torinese e le migrazioni (movimento da fuori verso la Torino
valdese).
Con “migrazioni” si intende il duplice movimento da nord (Inghilterra, Scozia…) e da sud (il Mezzogiorno d’Italia e l’Africa) verso la chiesa valdese di Torino, movimento che ha caratterizzato la presenza valdese torinese. In questo senso, il punto di osservazione è il profilo di Giovanni Mottura (Torino, 1937 – Bologna, 2022), figura di intellettuale di spicco del movimento giovanile evangelico degli anni ’60.